Economia della Corsica
L’isola è una terra di grande tradizione agro-pastorale. Con il susseguirsi delle dominazioni e delle invasioni barbariche che hanno portato la popolazione corsa a spingersi sempre più verso l’interno per proteggersi, si è sviluppata una vera e propria vocazione per l’agricoltura e la pastorizia (allevamento di ovini e caprini). Sotto il dominio ligure, però, è stato favorito per lo più, lo sviluppo delle colture boschive sulla costa, (soprattutto castagni e larici) che fornivano ottimo legname per le costruzioni di navi. I castagneti, ancora oggi molto estesi, hanno costituito un’importante fonte di sostentamento per i corsi,rappresentando tutt’ora una parte fondamentale della tradizione gastronomica còrsa (la farina di castagne è utilizzata come base per molti piatti tipici, come la pulenta o anche la birra).
Durante la dominazione francese si introducono nuove tecniche di coltivazione, ma lo spopolamento dell’isola dovuto alla forte emigrazione causata dalla Grande Guerra, ha finito per rendere vani tutti gli sforzi volti a migliorare le condizioni dello sviluppo agricolo dell’epoca.
E’ con gli anni Cinquanta che la Corsica assiste ad un miglioramento economico, quando il governo parigino realizza nuovi piani di sviluppo agricolo, diretti alla bonifica e allo sfruttamento delle terre della piana orientale tra Bastia e Solenzara. Viene introdotta la coltivazione di vigneti e frutteti, ed eseguito un progetto di ingegneria idraulica per l’irrigazione proprio della fascia costiera. La Corsica, oggi, grazie a questi moderni piani agricoli ed idrici, è nota per la sua produzione di agrumi e di vini a denominazione d'origine. Verso l’interno si pratica la coltura dell’olivo e del castagno.
La superficie agricola utilizzata copre circa il 36% del territorio, di cui la gran parte si estende a nord. Le aziende agricole dell’entroterra sono per lo più a conduzione familiare, gestite dai locali, mentre quelle costiere sono imprese meccanizzate.
Mentre l’agricoltura, assieme al comparto edilizio, è uno dei più importanti settori produttivi dell'isola, l'allevamento (soprattutto ovino) gode di uno scarso rilievo economico.
L’allevamento bovino è il più frequente, per la produzione della carne. L’allevamento ovino è utilizzato per la fabbricazione dei numerosi e famosi formaggi corsi. I maiali, allevati in libertà, producono una carne eccellente utilizzata per gli ottimi salumi.
Importante è anche l’allevamento ittico delle cozze e delle ostriche, ponendo la Corsica in prima linea per l’acquicoltura.
Poco sviluppato è anche il settore manifatturiero, legato a piccoli nuclei industriali concentrati soprattutto attorno a Bastia. Da segnalare, però, la presenza di uno stabilimento di componentistica aeronautica ed il discreto successo di una distilleria che produce un'originale birra còrsa aromatizzata alla castagna, la Pietra (link).
Lo sfruttamento minerario, non redditizio, è stato del tutto abbandonato.
L'altra grande risorsa economica còrsa è il turismo, quasi esclusivamente estivo e balneare. Il suo apporto all’economia dell’isola non è, infatti, distribuito in modo omogeneo né sul territorio (gran parte dell'entroterra ne è tagliato fuori), né durante l'anno. Non apporta sostegno nemmeno al mercato del lavoro, poiché concentrandosi solo in alcuni mesi dell'anno, richiama lavoratori stagionali dalla Francia senza impiegare stabilmente la forza lavoro locale.
La clientela è principalmente francese, tedesca e italiana.
Tra le località turistiche preferite svetta Porto Vecchio, nel sud-est dell’isola, per le sue incantevoli spiagge, seguita dalla regione del Golfo di Sagone, (costa occidentale) e la Balagne (nord-ovest).
L’80% delle imprese corse operano nel settore terziario. Il 50% è dedicato ai servizi, la cui gran parte ruota attorno al settore turistico, rappresentato da alberghi e ristoranti. Il restante 30% è di carattere commerciale. Le industrie sono equamente distribuite nei due dipartimenti che dividono l'isola, i cui poli di attrazione ruotano attorno ai due maggiori centri dipartimentali, Bastia a nord e Ajaccio per il sud, mentre in genere le coste sono interessate dallo sviluppo turistico ed agricolo.
Solo una minima parte degli stabilimenti è di carattere industriale-produttivo (due terzi dei quali legati al settore agro-alimentare), mentre il resto si rivolge al settore edile. La grande maggioranza delle imprese sono piccole imprese e le imprese più grandi operano quasi tutte nel terziario.
Tra il 1999 e il 2004 si è registrato un incremento del 17% nel numero complessivo delle imprese la cui crescita più significativa si è registrata nel settore edilizio e, nel settore dei servizi, in ambito immobiliare e nei servizi alle imprese.
La Corsica è ancora oggi una delle regioni francesi più povere e più svantaggiate dal punto di vista economico, malgrado il notevole sostegno derivato dallo sviluppo del turismo del secondo dopoguerra.
Il prodotto interno lordo (PIL) nel 2003 è stato il più basso tra tutte le regioni francesi ed è pari ad appena lo 0,35% del totale della Francia metropolitana.