Sampiero Corso
Battezzato con il nome di Gian Pietro da Bastelica, ha vissuto 30 anni come ufficiale della corona francese, al servizio dei re Francesco I ed Enrico II. In Corsica è considerato l’eroe nazionale che si è battuto per liberare l’isola dal dominio genovese, e annoverato, insieme a Pascal Paoli e Napoleone, tra le personalità storiche più celebri dell’isola.
Nato ai piedi del monte Renosu, si trova, già in tenera età agli ordini dell'ultimo grande condottiero fiorentino: Giovanni de Medici, il quale passando al servizio della Francia, nel 1522, decide di portarlo con se. Sampiero si copre di gloria fino a meritare il titolo di colonnello della fanteria Corsa al servizio della Francia di Francesco I.
Nel 1545 torna nella sua isola per sposare Vannina d'Ornano, ereditaria di una delle più illustri famiglie corse. Aveva cinquant'anni mentre la sua sposa solo quindici.
I Genovesi, sospettando di un suo legame con i corsi rivoluzionari, lo fanno imprigionare. Liberato grazie all’intervento del Re francese Enrico II, Sampiero torna al servizio della Francia. Nel 1553 organizza una nuova spedizione in Corsica per continuare la sua lotta per l’indipendenza dell’isola contro l’incessante dominio genovese. La sua flotta si unisce a quella turca e sbarcano a Bastia. La città viene presto conquistata, la rivolta si estende per tutta l’isola
e nel 1554 i Corsi di Sampietro sconfiggono i Genovesi sul colle di Tenda.
Il 15 settembre 1557, a Viscuvatu (Vescovato), la Corsica viene assoggettata alla corona di Francia.
Ma con il Trattato di Chateau-Cabresis, l’isola torna sotto il dominio genovese, nel 1559.
Sampiero Corso, però non abbandona l’idea dell’indipendenza corsa e sbarca nuovamente sull’isola, nel Golfo di Valinco, a capo di venticinque mercenari guasconi. Toccando la ”sua” terra, si narra che pronunciò queste parole:
« Non sono venuto qui per i miei interessi personali ma per liberare
la mia povera patria. »
La rivoluzione infiamma la popolazione ma i Genovesi, riescono a far cadere il loro avversario, per mano dei fratelli d’Ornano, il 17 gennaio 1567 nei pressi di Prunelli, dove lontano si staglia il golfo d'Ajaccio. Cosi si spegne l’ eroe della storia dell'isola.